Barocca-mente inaugura il 2025 con l’ultimo post di Bella Takushinova, che, ormai al termine del percorso, racconta la sua ricerca dedicata a due grandi mostre tenutesi a San Pietroburgo in epoche diametralmente opposte.

‘Passeggiata barocca’ lunga un secolo

La fortuna del Barocco in Russia nel XX secolo è un campo per certi versi ancora inesplorato. Da un lato, questo è stato un grande vantaggio che mi ha permesso di indirizzare più liberamente la mia indagine e sono molto grata alla Fondazione 1563 per avermi dato questa opportunità. Dall’altro lato, però, ho dovuto affrontare una serie di problemi legati alla specificità dell’avvento e dello sviluppo del Barocco in Russia. A tal proposito, è utile ricordare che questo stile iniziò a penetrare nel Paese degli zar solo negli ultimi decenni del XVII secolo – sovrapponendosi, tra l’altro, a stili artistici locali preesistenti – e raggiunse la sua piena manifestazione nel primo Settecento: un ritardo significativo rispetto al resto dell’Europa. Un aspetto non privo di interesse è quindi la coesistenza, a cavallo tra il XVII e il XVIII secolo, del cosiddetto ‘Barocco russo’ e di quello europeo, giunto nello Stato attraverso la Polonia e l’Ucraina nella sua versione ‘locale’. L’attività poi di un numero insolitamente elevato di maestranze straniere a San Pietroburgo nel primo Settecento, tra cui un ruolo guida spettò agli italiani, ha fornito ulteriori spunti di riflessione sul destino del Barocco in Russia.

Questi e molti altri argomenti sono al centro della mia ricerca, che vi invito ad approfondire attraverso due grandi mostre sul Barocco tenutesi a San Pietroburgo nel 1912 e nel 1984. Intraprendiamo dunque questa ‘passeggiata barocca’ lunga quasi un secolo… .

Chiesa dell’Intercessione in Fili (Mosca), 1693. Uno degli esempi del cosiddetto ‘Barocco russo’ (moscovita) in architettura

Eugene Lanceray, Manifesto della mostra Lomonosov e l’età di Elisabetta di Russia, 1912

Lomonosov e l’età di Elisabetta di Russia (1912)

Una delle tappe fondamentali del mio progetto è la mostra Lomonosov e l’età di Elisabetta di Russia: una grande esposizione inaugurata presso l’Accademia di Belle Arti di San Pietroburgo nel 1912. Concepita in onore del 200° anniversario della nascita del primo grande scienziato russo, Michail Lomonosov (1711-1765), e del 150° anniversario della morte di una delle zarine più stravaganti ed eccentriche, Elisabetta Petrovna (1709-1762), l’esposizione offrì al grande pubblico la produzione dell’arte barocca durante il suo periodo di massimo splendore nel Paese, ovvero tra gli anni Quaranta e Sessanta del XVIII secolo.

Preceduto dall’attività della celebre associazione artistica formatasi a cavallo tra Otto e Novecento, Il Mondo dell’Arte, e curato da un giovane storico dell’arte, Nikolaj Wrangell (1880-1915), l’evento segnò il culmine dell’idea estetica dell’arte barocca avanzata dalla critica nei due decenni precedenti e si distinse non solo per una straordinaria ricchezza del materiale esposto (17 sezioni con più di 800 pezzi tra pittura, scultura, argenteria, porcellana, arazzeria, arte applicata, ecc.), ma anche per le scelte allestitive adottate. Le pareti neoclassiche del palazzo ospitante la mostra furono ‘mascherate’ con degli appositi panelli lignei a imitazione degli arredi barocchi dell’epoca, abbelliti a loro volta con delle scenografie, specificamente ideate per assecondare il tema di ogni sezione. L’innovativo e complesso progetto ideato da Eugene Lanceray (1875-1946), il più giovane membro del Mondo dell’Arte, si distinse anche per un insolito schema cromatico dominato dai colori delle residenze reali russe dell’età ‘elisabettiana’: blu, arancione e rosso vivo.

Allestimenti della mostra ideati da Lanceray

Konstantin Somov, Ritratto di Eugene Lanceray, 1907, Mosca, Galleria Tret’jakov

Tra i protagonisti della mostra, estremamente ricca di novità e attribuzioni, troviamo sia artisti locali dell’epoca che numerosi maestri europei, come i ritrattisti Louis Caravaque e Georg Christoph Grooth, lo scultore Nicolas-François Gillet, o ancora numerosi esponenti italiani del tardo Barocco, tra cui i decoratori Antonio Peresinotti e Giuseppe Valeriani, nonché i più noti Antonio Rinaldi, Stefano Torelli, Pietro Antonio Rotari, lo scultore e architetto Carlo Bartolomeo Rastrelli e il suo immancabile figlio, simbolo stesso dell’epoca in Russia, l’architetto Francesco.

Sebbene accusata dai critici di eccessiva scenografia e teatralità, la mostra offrì ai visitatori il panorama più vario e completo della splendida epoca barocca. Organizzata sotto il patrocinio del poeta, drammaturgo e traduttore granduca Konstantin Konstantinovič (1858-1915), fu l’unica esposizione dedicata esclusivamente al Barocco nell’impero dei Romanov prima del suo drammatico crollo.

I 17 cataloghi e alcuni degli oggetti esposti alla mostra del 1912

Granduca Konstantin Konstantinovič Romanov nei panni di Don Cesare nella tragedia di Friedrich Schiller La sposa di Messina, 1909

Il Barocco in URSS

La difficoltà maggiore del mio progetto è stata quella di collegare le due mostre tematicamente così vicine eppure così distanti nel tempo, ricostruendo il contesto storico-artistico dei decenni che le hanno divise.

La mostra del 1912, com’è noto, fu seguita da una serie di tragici eventi politici e bellici che oscurarono sia l’attività espositiva che la ricerca sul Barocco in Russia. Tuttavia, già negli anni Venti-Quaranta, sullo sfondo delle famigerate vendite delle collezioni artistiche nazionali, gli studi sul Barocco sembravano iniziare a farsi strada non solo con le prime monografie su El Greco, Zurbarán, Caravaggio, Ribera, Rubens, Van Dyck, Rembrandt, Bernini, Velázquez, Tiepolo (per lo più basate su un attento studio del patrimonio nazionale), ma anche riprendendo la tendenza degli studiosi dei primi del Novecento. Furono proprio questi ultimi a respingere le accuse di vuoto formalismo del Barocco e ad avviare l’idea di una sua natura anti-decadente e reazionaria. Argomenti fondamentali per la teoria novecentesca del Barocco, quali il rapporto tra stile e epoca («l’arte di un’epoca è un concetto molto più ampio dello stile») o la coesistenza storica con il Classicismo e altri stili, sono oggetto di indagine di una vera e propria pleiade di storici, letterati e storici dell’arte sovietici. Così, ad esempio, uno dei più noti storici dell’arte russi degli anni Quaranta-Sessanta, Boris Vipper, scriveva sulla mancanza di una teoria del Barocco:

Ci sono stili che nascono organicamente dalla visione del mondo dell’epoca e che, altrettanto naturalmente, continuano a crescere e a svilupparsi. Tali stili sono, ad esempio, il Gotico e il Barocco. È caratteristico che né il gotico né il Barocco abbiano proposto una teoria completa che formuli i principi fondamentali dei rispettivi stili. Sebbene singole affermazioni di importanti maestri e critici d’arte del Barocco (Bernini, Boschini, Monteverdi) dimostrino che essi erano consapevoli dell’originalità e della novità dei loro sforzi creativi, queste affermazioni sparse non si sono sviluppate in una teoria sistematica dello stile barocco. Inoltre, si può sostenere che quando i rappresentanti dello stile barocco si sono affidati a una teoria, questa era una teoria classicista.

Tali riflessioni segnarono la nascita del dibattito critico, che si fece sempre più maturo verso gli anni Settanta.

M.I. Šerbačeva, Dipinti di Tiepolo da Palazzo Dolfin all’Ermitage, Leningrado 1941

M. Varshavskaya, Rubens’ Paintings in the Hermitage Museum, Leningrad 1975

Arte russa dell’età barocca (1984)

Come accennato in apertura di questo post, gli studi sul Barocco in Russia nel XX secolo hanno seguito due percorsi: il Barocco europeo e il Barocco “russo”, sviluppatosi a cavallo tra Sei e Settecento dall’arte locale mediante l’influenza diretta dello stile occidentale. Quest’ultimo filone ricevette una svolta critica nel 1977 con la pubblicazione dell’Arte barocca russa. Curato dall’Accademia delle Scienze dell’URSS, lo studio ripercorre l’emergere del Barocco in Russia nel XVII secolo e nella prima metà del XVIII secolo attraverso l’analisi dei generi e delle forme specifiche sorte all’interno di questo stile, delle sue peculiarità nazionali e delle sue varie manifestazioni in diversi tipi di arte.

Questo studio è alla base della seconda mostra oggetto della mia ricerca: Arte russa dell’epoca barocca, inaugurata nel 1984 all’Ermitage. Per certi versi, l’esposizione riprese il filone della mostra del 1912, offrendo ai visitatori un’idea della ricchezza della produzione artistica nel Paese tra il Sei e una solida parte del Settecento. Qui non troviamo più l’abbondanza di oggetti e l’audacia delle soluzioni allestitive delle esposizioni prerivoluzionarie; tuttavia, siamo di fronte a una mostra scientifica che ricostruisce l’epoca seguendo una filologia precisa: nessuna scenografia, nessun effetto teatrale dell’allestimento, l’attenzione è concentrata quasi esclusivamente sul contenuto piuttosto che sulla ‘cornice’.

Arte barocca russa, a cura di T.V. Alekseeva, Leningrado 1977

Catalogo della mostra Arte russa dell’epoca barocca, Leningrado 1984

Alcune sale dell’esposizione

Alcuni degli oggetti esposti alla mostra

L’esposizione del ’84, tenutasi pochi anni prima della caduta dell’URSS, segnò il culmine del crescente interesse per il Barocco e la sua evoluzione in Russia con un serio filone di studi, come il testo Arte russa dell’età barocca del 1998. Frutto delle ricerche degli storici dell’arte dell’Ermitage, il volume prende in considerazione, tra l’altro, l’influenza diretta dell’arte italiana su alcuni generi artistici nella Russia primo settecentesca.

Queste e alcune altre indagini, basate sia su ricerche pionieristiche dei primi del secolo che su studi successivi, hanno inaugurato eventi espositivi sul Barocco che dagli anni Novanta si sono susseguiti in Russia in un numero senza precedenti e con protagonisti del calibro di Sir Denis Mahon.

Una storia lunga, controversa e affascinante, che mi auguro di presentare a tutti gli interessati con una delle prossime pubblicazioni nella collana Alti Studi sull’Età e la Cultura del Barocco della Fondazione 1563.

Arte russa dell’età barocca: nuovi materiali e ricerche, a cura di A.G. Pobedinskaja, San Pietroburgo 1998