Questa settimana Barocca-mente offre un fuori programma e ci porta a conoscere più da vicino la Sir Denis Mahon Foundation con un’intervista ai suoi Trustees, Orietta Benocci Adam e Suzanne Marriott, e al suo curatore, Francesco Gonzales, che, da una prospettiva ravvicinata fatta anche di ricordi personali, illustrano le attività della fondazione e tratteggiano per noi il mondo, le amicizie, gli interessi del grande storico dell’arte già protagonista di alcuni nostri post

Question to Orietta Benocci Adam:

Grazie per la disponibilità a condividere con noi ricordi e memorie personali su sir Denis Mahon. Cominciamo allora con quella che dovrebbe essere la più semplice delle domande: chi era sir Denis nei ricordi dei Trustees della sir Denis Mahon Foundation e in particolare per lei, che ha seguito da vicino sir Denis Mahon negli ultimi vent’anni della sua vita?

O.B.A: Sir Denis Mahon è stata una figura fondamentale non solo per la storia dell’arte ma per la cultura del XX secolo.

La sua lunghissima parabola di vita – dal 1910 al 2011 – gli ha permesso di attraversare un secolo intero senza mai perdere la freschezza del giovane studente del Christ Church College di Oxford. Sempre con una luce in fondo alle pupille di quegli occhi celesti – come ricordano gli amici stretti – che gli permetteva di avere, nei confronti della vita e delle cose, un atteggiamento positivo e puro. Una caratteristica che lo ha accompagnato per tutta la sua esistenza, dandogli la capacità di andare in profondità delle cose e saper così intravedere, nei vicoli incerti della storia dell’arte italiana del XVII secolo, così poco stimata all’inizio del Novecento, una luce nuova. La luce in fondo ai dipinti ‘sporchi’ e anneriti dai secoli, come ci ricordava nei suoi racconti. La luce del suo amato Guercino, una luce di verità.

In questo lungo cammino sir Denis ha avuto modo di creare importanti rapporti di amicizia e di collaborazione che ancora oggi la fondazione che porta il suo nome tiene stretti a sé in continuità con le volontà del fondatore.

Frank Brooks, Ritratto di Sir Denis Mahon, 1932

Frank Brooks, Ritratto di sir Denis Mahon, 1932, Westport, Westport House

Question to Suzanne J. Marriott:

Avvocato Marriott, Mahon ha viaggiato moltissimo, guidato dalle sue ricerche, all’inseguimento delle opere d’arte, ma la casa rimase per lui un punto di riferimento costante, uno spazio privato dove custodire la sua collezione. Come viveva questo luogo e chi lo frequentava?

S.J.M.: La grande casa al numero 33 di Cadogan Square a Londra è stata, da sempre, la dimora di Denis Mahon. Era il suo privato, il luogo in cui gli affetti si concentravano tra i ricordi dell’amatissima madre, Lady Alice, e la sua preziosa collezione di pittura che ricopriva le pareti della casa. Poche persone erano ammesse: il suo avvocato Michael MacFadyen (il mio capo di allora, che conobbe anche la madre di sir Denis), che lo seguì diligentemente per più di 40 anni; gli amici più intimi, come Otto Kurz; e, tra i più stretti collaboratori in Italia negli anni Cinquanta e Sessanta, sicuramente il grande soprintendente di Bologna Cesare Gnudi.

Il filo diretto con la città felsinea proseguì poi con Andrea Emiliani, il delfino di Gnudi che cooperò con Sir Denis per molti anni, e poi con Luigi Salerno, Prisco Bagni, Daniele Benati, Eugenio Riccomini, per citarne solo alcuni. Tra gli amici d’oltremanica, Nicholas Turner fu una presenza assidua, in considerazione anche del lavoro ventennale dei due storici dell’arte per la catalogazione dei disegni del Guercino nelle Collezioni Reali d’Inghilterra, David Ekserdjian e poi l’americano Stephen Pepper che, da giovane studioso, conobbe Denis Mahon e lavorò con lui a diversi progetti dedicati in particolare a Guido Reni. Si uniscono a questi le nuove generazioni di studiosi che hanno collaborato con sir Denis nell’ultima parte della sua lunga vita, come Fausto Gozzi, Francesco Gonzales, Massimo Pulini, e molti altri.

Francesco Gonzales, Ritratto di Sir Denis Mahon, 2007, National Gallery dell'Irlanda - Dublino

Francesco Gonzales, Ritratto di sir Denis Mahon, 2007, Dublino, National Gallery

Question to Francesco Gonzales:

E per lei, Francesco Gonzales, quale fu l’occasione del primo incontro con sir Denis?

F.G.: Ebbi la fortuna di conoscere sir Denis nel 2004 in occasione del ritrovamento del San Francesco di Guercino, rubato dalla chiesa parrocchiale di Campello Monti (VB). Il vescovo scrisse a Mahon chiedendo un suo parere sul dipinto; lui rispose e mi invitò a Londra. Insieme agli amici, nella casa, vidi centinaia di libri, riviste, un archivio sterminato e fotografie come ricordi indelebili di un mondo che non c’è più. Da quel primo incontro l’amicizia con sir Denis e con i Trustees crebbe. Il “Guercino di Novara” – come ormai si definiva il dipinto – divenne una sorta di vessillo: lo esponemmo infatti a Novara, dove Sir Denis ci fece visita con i Trustees in occasione dell’inaugurazione, e a San Giovanni in Persiceto (BO).  Poi venne esposto a Londra presso il Foundling Museum in occasione del suo compleanno. Grazie a quelle frequentazioni iniziai a pensare a un progetto di ritratti dedicati proprio al grande storico dell’arte. Gli esiti del mio lavoro (disegni, dipinti, insieme ad altri studi sul ritratto) confluirono in una mostra alla European Commission di Londra, mentre uno dei ritratti di sir Denis è permanentemente esposto presso la National Gallery di Dublino.

Il fondamentale supporto della Sir Denis Mahon Foundation mi permise di realizzare importanti mostre anche in Italia: Capolavori caravaggeschi a Novara nel 2014, Capolavori del Barocco e Il trionfo della pittura nelle Terre Novaresi nel 2015, curate insieme ad Annamaria Bava. Dopo la scomparsa di sir Denis seguirono altre mostre, come Caravaggio: Fashion and Fabrics presso il Museum of the Order of St. John a Londra nel 2016, dove vennero esposti anche i preziosi tessuti provenienti da Oleggio, dal Lago d’Orta e dal Lago Maggiore. Il culmine è stata la mostra Time and Eternal Life presso Cromwell Place a Londra, dove è stato possibile, eccezionalmente, realizzare un percorso che dall’arte egizia, passando per quella romana, arrivava sino al Novecento di Alberto Burri e John Latham e al contemporaneo, un grande evento della Fondazione insieme ai Musei Reali di Torino e altre importanti collaborazioni.

Question to Orietta Benocci Adam e Suzanne J. Marriott:

Com’è nata la fondazione e quali obiettivi si pone?

O.B.A./S.J.M.: The Sir Denis Mahon Foundation è l’ente creato da sir Denis Mahon nel 1988 (divenuto attivo dopo la sua scomparsa nel 2011) e gestito da noi Trustees, designati da lui stesso. La Fondazione è assistita dai direttori dei musei legati a Mahon e che hanno ereditato parte della sua prestigiosa collezione, da molti degli studiosi che hanno collaborato con lui – per menzionarne alcuni: Christopher Brown, Daniele Benati, David Ekserdjian, John Spike e Francesco Gonzales che ha curato diverse mostre per noi – e infine dai giovani studiosi sostenuti nelle loro ricerche e nei programmi di studio dalla Fondazione.

La Fondazione è la casa ‘ideale’ di Mahon: una casa libera, aperta, dove i ricordi lasciano il passo al futuro. Il futuro e i giovani, temi cari a sir Denis che si è sempre adoperato per essere di supporto alle nuove generazioni di studiosi e artisti. La Fondazione è impegnata su diversi fronti: la collocazione dell’archivio di sir Denis Mahon presso la National Gallery di Dublino, per il quale la Fondazione ha elargito una cospicua donazione a seguito del lascito dell’intera biblioteca e archivio, da parte di Sir Denis, al museo irlandese; la valorizzazione dei temi cardine degli studi di Mahon nei diversi ambiti, dalla pittura emiliana del XVII secolo sino ai maestri del dopoguerra (Mahon infatti è stato amico di grandi artisti: Giorgio Morandi, Henry Moore, Graham Sutherland, Stanley Spencer) e ai contemporanei (quali David Hockney e Grayson Perry), e lo fa attraverso borse di studio e premi, ma anche supportando mostre e iniziative editoriali; effettuando donazioni ai musei cari a Mahon, come la Pinacoteca di Cento. I premi della Fondazione sono il biglietto da visita per giovani studenti che intendono intraprendere una carriera internazionale: il Sir Denis Mahon Essay Prize, premio annuale per giovani studiosi che presentino un saggio di storia dell’arte legato agli argomenti studiati da sir Denis; il Sir Denis Mahon Sculptural Project Grant, in collaborazione con la City & Guilds of London Art School, dedicato alla scultura e il Mahon Award presso la Royal Drawing School.

The Sir Denis Mahon Foundation cerca quindi di continuare il lavoro filantropico di Mahon creando ponti tra diverse culture, in un disegno di condivisione ormai imprescindibile.

Per approfondire e rimanere aggiornati sulle attività della Sir Denis Mahon Foundation:

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I Trustees della Sir Denis Mahon Foundation con due vincitrici del Mahon Essay Prize