Questa settimana Barocca-mente racconta la vita e gli studi di Robert Enggass, pioniere degli studi sul Barocco negli Stati Uniti. La sua attenzione per la pittura e la scultura del Sei e Settecento a Roma e i rapporti con alcuni importanti storici dell’arte italiani lo hanno reso una figura chiave di collegamento fra Italia e America per la rivalutazione del Barocco.
Passione Barocco
Robert Enggass fu per gli Stati Uniti un potente mix di connoisseurship, predilezione per il Barocco italiano e passione per il documento.
Classe 1921, scelse di intraprendere i suoi studi alla University of Michigan ad Ann Arbor, dove divenne allievo di Harold Edwin Wethey, che deteneva la cattedra di storia dell’arte dal 1940, conseguendo il dottorato nel 1955. Con Wethey, studioso di pittura spagnola e di architettura delle colonie, Enggass iniziò a interessarsi alla pittura barocca.
Il 27 giugno 1949 sposò Catherine Ann Cavanaugh, detta “Cathie”, anche lei studiosa, cui dedicherà molti delle sue ricerche.
Divenuto Assistant Professor, fece le sue prime esperienze di insegnamento accademico fra il 1955 e il 1956 presso i college privati Bryn Mawr e Haverford (entrambi in Pennsylvania) poi presso la University of Buffalo fino al 1958: da quel momento in poi, Enggass legò il suo ruolo alla Pennsylvania University – che sarà anche la principale casa editrice dei suoi scritti -, dove coronerà la sua carriera come Chairman dell’insegnamento di storia dell’arte.
Il Baciccio
Copertina della monografia su Gaulli, 1966
Forse nessun artista meglio di Giovanni Battista Gaulli (1639-1709), un gigante della pittura scenografica e illusionistica secentesca, poteva instradare Enggass verso la riscoperta del Barocco. Sul pittore, oggi universalmente noto come campione del tardo barocco romano, ancora fino al secondo dopoguerra gli studi languivano pesantemente. Così, nel 1954 apparve The Religious Paintings of Giovanni Battista Gaulli, ma è nel 1964 che arrivò The Painting of Baciccio, Giovanni Battista Gaulli, 1639 – 1709: la prima monografia dedicata all’artista.
John Rupert Martin, nella sua recensione al volume, affermerà senza giri di parole:
Everyone knows the Gesuf ceiling, but few know anything about its author, Giovanni Battista Gaulli, called Baciccio
e poco più avanti:
With the appearance of Mr. Enggass’s book, the first monograph on the artist, the general ignorance of Gaulli and his work is no longer excusable
L’amicizia con Luigi Salerno
Nell’autunno del 1965 arrivò negli stati Uniti Luigi Salerno, invitato come visiting professor presso la Pennsylvania State University.
Salerno, che ricopriva l’incarico di direttore della Soprintendenza ai Musei del Lazio, aveva già maturato alcuni dei suoi fondamentali studi sulla storia urbana di Roma, ma soprattutto aveva contribuito al risveglio dell’interesse del grande pubblico per la pittura del Barocco con l’importante mostra del 1956 Il Seicento europeo, e con studi sulle opere di Giovanni Lanfranco, Caravaggio e i Carracci.
L’amicizia e l’affinità fra i due diede vita a un vero e proprio ponte di collegamento negli studi italoamericani sul Barocco: i coniugi Enggass scelsero infatti di curare la traduzione in inglese di alcune opere di Salerno.
Il progetto più rilevante fu senza dubbio la traduzione dei volumi Pittori di paesaggio del Seicento a Roma realizzati da Salerno a partire dal 1977: Robert e Catherine lavorarono insieme a Clovis Withfield, proveniente dal Courtauld Institute di Londra e visiting professor all’Indiana University nel 1967.
Il primo volume sulla pittura di paesaggio a Roma
Una vita per le Vite
Approdato ormai con una certa sicurezza agli studi sui pittori barocchi romani, Enggass ebbe una delle sue più felici intuizioni scientifiche, riabilitando con metodo e integrità il genere della biografia critica in traduzione.
Rispondendo all’annosa problematica della carenza di fonti dirette e di prima mano per lo studio della pittura, l’edizione critica delle biografie di importanti pittori poteva in parte colmare questa lacuna. Così, Engass inaugurò il filone anglo-americano di traduzioni critiche con The Life of Bernini di Filippo Baldinucci (1966); in seguito, insieme alla moglie Catherine curò, sempre con alle spalle la fidata Pennsylvania University Press, The Life of Guido Reni di Carlo Cesare Malvasia (1980) and The Life of Tintoretto di Carlo Ridolfi (1984).
Con spirito del tutto pionieristico, in alcuni di questi casi, come per esempio Guido Reni, i due coniugi realizzarono quella che fu a tutti gli effetti la prima trascrizione e commento in assoluto della fonte biografica principale relativa allo specifico artista.
Il ruolo di prezioso collegamento fra la scuola italiana e quella americana vide la sua consacrazione nel 1999, quando venne chiamato a Roma per collaborare alla grande mostra monografica su Gaulli, allestita nel Palazzo Chigi di Ariccia, accanto a studiosi come Italo Faldi, Dieter Graf e Francesco Petrucci.
La prima edizione critica della biografia di Guido Reni
I. Faldi, D. Graf, F. Petrucci, il sindaco di Ariccia e R. Enggass alla presentazione della mostra nel 1999