Il post di Barocca-mente di questa settimana racconta la mostra itinerante di disegni provenienti dalla raccolta del castello inglese di Chatsworth (Derbyshire, UK) che si svolse negli USA tra il 1962 e il 1963, in cui la grafica bolognese ebbe un ruolo significativo e venne introdotto lo studio dei fogli di Guido Reni.
Disegni in prestito
Quando un’opera d’arte manca, per creare una mostra esemplare, si chiede in prestito.
Negli Stati Uniti, nel corso della prima metà del Novecento, creare una mostra di disegni italiani, nello specifico emiliano-bolognesi, era impossibile, non per la mancanza di qualche foglio da chiedere in prestito ma perché mancavano vere e proprie collezioni imponenti di grafica.
Come fu possibile allora diffondere un nuovo apprezzamento per il disegno presso il grande pubblico e favorirne il movimento collezionistico?
Una delle modalità più vincenti fu quella di affidare a importanti istituzioni la valorizzazione di materiale proveniente dall’Europa, con grandi eventi che, pubblicizzando i capolavori degli Old Masters, permisero la penetrazione del gusto per la grafica barocca.
Chatsworth House, Derbyshire (UK)
Sul versante della grafica bolognese, specialmente quella di Guido Reni, una vera svolta fu impressa nel secondo dopoguerra, in particolare a partire dagli anni Sessanta. Una delle iniziative maggiori e più significative fu la grande esposizione itinerante Old Master Drawings from Chatsworth allestita fra il 1962 e il 1963. La nobiliare dimora di Chatsworth, situata nel Derbyshire, di proprietà dei duchi di Devonshire, è stata realizzata fra il 1687 e il 1707 e custodisce una ricca collezione di grafica inaugurata da William Cavendish, secondo duca di Devonshire, all’inizio del Settecento. Il Duca si assicurò nel primo trentennio del secolo capolavori di grafica delle diverse scuole regionali italiane ed europee.
Il colosso Smithsonian
Di quella prestigiosa raccolta furono selezionati gli highlights, i 114 pezzi più belli delle diverse scuole (italiana, fiamminga, francese) che partirono per gli Stati Uniti.
La mostra fu ospitata in quelli che allora erano i maggiori musei d’arte antica americani: partendo dalla costa est, dalla National Gallery di Washington, la Morgan Library (a New York) e il Museum of Fine Arts di Boston, i disegni fecero tappa a Chicago (The Art Institute) e a Cleveland (The Cleveland Museum of Art) per approdare in California (Palace of Legion of Honor) e in Canada (National Gallery of Canada, Ottawa).
Ecco che, attraverso una collezione europea che viaggiò oltreoceano, nacque una delle più importanti esposizioni di grafica del dopoguerra in America. Era l’ottavo appuntamento di mostra “circolante”, pensata con un allestimento semplice e pratico che potesse essere trasferito velocemente da una sede all’altra in pochi giorni. Partner ufficiale della mostra in viaggio per gli USA era lo Smithsonian Institution, il maggior complesso di musei statunitensi, sostenuto e approvato dal Senato fin dal 1846 con l’iniziale intento di creare un centro per lo studio e la trasmissione della conoscenza, un museo nazionale di scienze naturale e una galleria d’arte che contenesse tutti i beni di proprietà degli Stati Uniti.
National Gallery of Art, Washington DC
Mostra dei disegni francesi, Smithsonian 1952
A organizzarla fu lo Smithsonian Travelling Institution Service in America fra il 1962 e il 1963, che si occupò di finanziare lo spostamento dei materiali da un museo all’altro. Quest’agenzia, fondata nel 1952 dalla National Collection of Fine Arts, museo gestito dallo Smithsonian, aveva inaugurato la sua attività proprio con una mostra di French Drawings in prestito dal Département des arts graphiques del Louvre.
L’intento della mostra era quello di restituire il carattere e la consistenza di una collezione europea di disegni. Anche se a Chatsworth gli acquisti più preziosi riguardavano la grafica fiamminga e tedesca (preziosissimi album di Rubens, Rembrandt e Van Dyck), per l’esposizione americana si scelse di esporre prevalentemente fogli delle scuole regionali italiane, con grande spazio per quella emiliana, rappresentata da Niccolò dell’Abate, i Carracci, Guercino e Guido Reni. La preziosa raccolta era già stata oggetto di due mostre recenti, la prima nel 1949 a Londra e la seconda nel 1961 a Manchester: ma per la prima volta i fogli di Chatsworth lasciavano l’Inghilterra, e ancor più l’Europa, per una mostra internazionale.
Guido Reni negli USA
Per l’occasione, anche per il catalogo americano fu preso ‘in prestito’ un curatore, l’autorevole Arthur Ewart Popham (1889-1970), noto storico dell’arte inglese conservatore del Department of Prints and Drawings del British Museum, che aveva curato anche la mostra londinese del 1949.
Per gli USA Popham si rese responsabile di alcune selezioni differenti e importanti: fra di esse l’esposizione, per la prima volta, di alcuni disegni di Guido Reni che solo in quell’occasione uscirono da Chatsworth.
Il fatto non passò inosservato agli storici dell’arte americani: nel 1963 la mostra fu recensita da Jacob Bean, futuro curatore del Gabinetto dei Disegni del Metropolitan Museum of Art di New York, nel primo numero della nuova patinata rivista Master Drawings.
Bean notò la presenza dei fogli di Reni e della loro rara visibilità pubblica: il pittore bolognese era presente solo con due esemplari rispetto, per esempio, ad Annibale Carracci, del quale figurava un nutrito gruppo di disegni, eppure già esposti in più occasioni.
Guido Reni, Studio di volto, Chatsworth Collection