Dopo una breve pausa estiva, riprende il nostro blog Barocca-mente: questa volta, parleremo di un ritratto eseguito dal pittore Bernardo Strozzi, genovese di nascita ma veneziano di adozione. L’opera sarà anche l’occasione per tratteggiare brevemente la fortuna dell’autore, che seppe sintetizzare l’influsso di diverse culture figurative in uno stile personalissimo e inconfondibile.
Un misterioso ritratto anonimo in vendita
«This magnificent portrait of a bishop […] is in my opinion a characteristic masterpiece by Bernardo Strozzi, il prete Genovese. The present painting belongs to the group of rare monumental portraits done by his great master. […] I reserve further research for the identification of the sitter and for publication of this beautiful painting»
Bernardo Strozzi, Ritratto di Alvise Grimani, Washington, National Gallery of Art
Con queste parole, il 24 settembre 1946 lo storico dell’arte William Suida siglava l’expert opinion relativa a un ritratto, da tempo in vendita sul mercato antiquario. Lo riconosceva come opera di Bernardo Strozzi, pittore nato a Genova nel 1581 e morto a Venezia nel 1644, conteso da sempre tra le due città.
Qualche mese dopo, precisamente il 7 dicembre, il dipinto entrò a far parte della collezione della Kress Foundation, della quale Suida era Curator of Research. Fu acquistato dalla Silberman Galleries, una ditta di due fratelli di origine viennese (proprio come Suida), appartenenti a una famiglia di mercanti d’arte da generazioni. In questo lasso di tempo, l’effigiato aveva acquistato la propria perduta identità, secondo quanto lo storico dell’arte si era ripromesso.
Il valore delle copie
Suida aveva messo in campo diversi strumenti scientifici della disciplina storico-artistica al fine di assicurare alla Kress Foundation un’acquisizione prestigiosa dell’opera, attribuendola a un artista e individuando il personaggio effigiato.
Tramite una fotografia, infatti, gli era nota una copia del ritratto che riportava una iscrizione: [ALO]ISIVS GRIMANVS [EPI]SCOPVS BERGOMI. Non conosciamo questa versione, probabilmente dispersa già a questa data, ma attorno agli anni Sessanta apparve in Italia una seconda copia, in vendita presso la Galleria Cortinovis di Bologna. L’iscrizione con il nome e la carica ecclesiastica, in questo caso completa, si leggeva bene anche qui, segno per altro di grande fortuna dell’originale.
Per avere conferma dell’identificazione, Suida contattò uno storico bergamasco, Achille Locatelli Milesi, che gli passò informazioni sul personaggio: Alvise Grimani, appartenente a un ramo della nobile famiglia veneziana residente a Cannaregio, fu effettivamente eletto vescovo di Bergamo nel 1633. È probabile, quindi, che in occasione della nomina Grimani abbia commissionato il ritratto a Strozzi il quale, proprio nello stesso anno, aveva lasciato Genova per trasferirsi in laguna. Qualche anno dopo, l’artista eseguì anche il ritratto del padre di Alvise, Giovanni, quando fu nominato cavaliere.
Copia da Bernardo Strozzi, Ritratto di Alvise Grimani, fotografia scattata dalla ditta Fototecnica per la Galleria Cortinovis di Bologna
Bernardo Strozzi, Ritratto di Giovanni Grimani, Venezia, Gallerie dell’Accademia
Una conoscenza di lunga data
Oltre ad aver compreso l’identità del personaggio ritratto, Suida ebbe soprattutto il merito di assegnare il dipinto allo Strozzi, che aveva avuto una fortuna critica assai diversa nei due continenti: in Italia, ad esempio, alla mostra del 1922 di Palazzo Pitti – che i nostri lettori ormai conosceranno bene – era rappresentato con ben ventidue opere; in America, invece, il ritratto di Alvise Grimani viaggiava da tempo sul mercato antiquario, attribuito prima a Anthony Van Dyck e poi, genericamente, a scuola italiana del XVIII secolo.
Suida però conosceva l’artista dall’inizio della sua carriera; era, anzi, uno dei suoi favoriti. Nel 1944 così aveva scritto al direttore del Baltimore Museum:
«quanto allo Strozzi, fui il primo, nel mio libro su Genova, tanti anni fa, a riconoscere il pieno valore artistico di questo pittore. Da allora il confronto con Frans Hals che avevo utilizzato per alcuni di questi ritratti è stato ripetuto quasi da tutti. In tutti questi anni mi sono anche procurato la più completa collezione di fotografie delle opere di Strozzi. Ho pronto tutto il materiale per una monografia su questo pittore»
La monografia, purtroppo, non fu mai pubblicata, ma Suida contribuì ugualmente alla conoscenza di questo meraviglioso artista oltreoceano, facendo acquistare alla Fondazione Kress altre cinque opere del genovese-veneziano in appena sei anni, donate poi a diversi musei degli Stati Uniti. Tra esse, ad esempio, figurava una versione di un soggetto molto amato del periodo veneziano, un San Lorenzo distribuisce i tesori della chiesa ai poveri, oggi conservato a Portland.