La riscoperta del Seicento. I libri fondativi
a cura di Andrea Bacchi e Liliana Barroero
Affidati per una rilettura critica a un gruppo di studiosi di diverse provenienze e generazioni, I libri fondativi, ai quali si riferisce il sottotitolo del volume, sono sedici testi che, a giudizio dei curatori, nel corso del Novecento e alle soglie del secondo millennio hanno segnato in modo determinante la riscoperta del Seicento artistico italiano. Si tratta di un canone provvisorio ma significativo per mettere in luce le origini degli studi moderni e seguirne gli sviluppi in una vasta articolazione metodologica e geografico-culturale che prende avvio nel mondo tedesco e ne segue le importanti aperture in quello anglosassone e in quello italiano. Il libro che avete fra le mani vuole testimoniare come rimanga ancora oggi indispensabile, per chi voglia misurarsi con la complessità e le contraddittorietà del Seicento artistico nei territori della Penisola, ripercorrere alcune letture che hanno portato alla piena riabilitazione di quel secolo. Rileggere quei testi vi darà la misura di quanto ne valga assolutamente la pena, soprattutto se, ci auguriamo, potranno essere affrontati con maggiore consapevolezza proprio grazie al lavoro dei lettori/autori a cui si deve questo volume.
Fortuna del Barocco in Italia. Le grandi mostre del Novecento
a cura di Michela di Macco e Giuseppe Dardanello
Il Quaderno di ricerca n. 2 raccoglie gli esiti del convegno promosso nel 2016 dalla Fondazione 1563 per l’Arte e la Cultura della Compagnia di San Paolo nell’ambito del Programma di studi sull’Età e Cultura del Barocco, offrendo una lettura storico-critica delle mostre dedicate alla cultura artistica del Seicento e del primo Settecento tenutesi in Italia nel corso del Novecento e ne valuta il contributo dato alla riabilitazione della lunga e articolata stagione che è stata allora variamente configurata sotto la discussa etichetta di Barocco..
La tradizione dell’“Ideale classico” nelle arti figurative dal Seicento al Novecento
a cura di Michela di Macco e Silvia Ginzburg
La pittura dei Carracci, di Domenichino, Albani, Reni, Guercino, Poussin, Lorrain, Dughet, la scultura di Algardi e Duquesnoy, nella seconda metà del Novecento vennero recuperate al gusto nel nome dell’“Ideale classico”. In un percorso all’indietro dal XX al XVII secolo, il Quaderno di ricerca n. 3 verifica in che misura, nella sua attuale accezione di moto antinaturalistico e antibarocco, l’“Ideale classico” corrisponda all’“Idea del Bello” di matrice seicentesca e alla sua fortuna nel Settecento e nell’Ottocento, e quanto invece non sia da riconoscere come una chiave interpretativa del Novecento.
La Francia del Grand Siècle e il Barocco. Fortuna e sfortuna di una nozione
a cura di Olivier Bonfait
Il Quaderno di ricerca n. 4 narra una storia inedita da tanti punti di vista. È una storia non di uno stile, ma della storiografia di uno stile. Racconta non una «riscoperta», ma i modi e le strategie per rifiutare un concetto, quello del Barocco, all’interno della storia dell’arte francese, allorché la nozione di Barocco faceva furore nella vita culturale. Attraverso questa storia di una non-ricezione, il lettore percorre cinquant’anni di vita intellettuale francese, da Focillon a Bonnefoy, dal “musée imaginaire” di Malraux alla collocazione nel pieno centro di Parigi di una statua di Bernini che era stata rifiutata da Luigi XIV. Il volume inserisce questa storia francese dell’arte in un panorama internazionale, con le mostre europee, i manuali anglosassoni e i testi di Briganti sul Manierismo e sul Barocco. Il libro analizza anche il discorso elaborato per parlare delle forme dell’arte francese del Grand Siècle senza fare richiamo al termine di Barocco. Mostra, inoltre, come questa nozione di Barocco adesso, depurata da impostazioni formali troppo strette, apra vie per far accettare e comprendere i tanti fenomeni di métissages che operano nelle diverse forme di cultura dentro un mondo “globalizzato” dal Cinquecento. Più che la perfezione chiara della linea retta, sono le esitazioni del rizoma che servono come immagine del processo di ricerca nelle scienze umane per il nuovo millennio.
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Il palazzo dell’Arsenale di Torino. Un progetto europeo
a cura di Edoardo Piccoli, Émilie d’Orgeix
Nel Quaderno di ricerca n. 5 l’architettura disegnata e quella costruita dell’Arsenale di Torino sono messe a confronto, grazie alla riscoperta di un album di disegni del 1779, oggi conservato al Service historique de la Défense di Vincennes. Al volume hanno contribuito studiosi italiani e francesi.
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