Sezione 14: Pensieri e capricci: il “fuoco dell’invenzione”
Nella Roma di inizio Settecento i disegni di pura invenzione conquistano progressivamente uno spazio privilegiato, di sperimentazione privata e divertita o di dialogo quasi intimo con pochi committenti in grado di partecipare a quel gioco liberissimo di fantasia slegata dai vincoli dell’esecuzione. Le sperimentazioni di artisti quali Filippo Juvarra, Giambattista Piranesi e Jean Barbault sono protagoniste della sezione 14 del percorso espositivo allestito nella Citroniera delle Scuderie Juvarriane della Reggia di Venaria.
Le invenzioni per monumenti funerari di Juvarra
I pensieri e le fantasie architettoniche di Filippo Juvarra, inventati spesso per sé in anni in cui non aveva ancora iniziato a costruire edifici reali, e talvolta concepiti come regali, incontrano così il gusto di artisti e di collezionisti e fissano una rete di corrispondenze ideali, come testimoniano le fascinose Memorie sepolcrali, una raccolta di invenzioni per monumenti funerari dedicati a personalità legate all’Accademia di San Luca e alla cerchia dell’Arcadia ottoboniana e a diplomatici e uomini d’armi protagonisti della Guerra di successione polacca.
Piranesi e il modello di Juvarra
Juvarra fu un riferimento esplicito per un altro grandissimo disegnatore: Giambattista Piranesi. Arrivato a Roma da Venezia per vedere in prima persona le rovine di Roma, Piranesi aveva saputo mettere insieme visione diretta, studio tramite il disegno e ricostruzione fedele dei monumenti in immaginifici capricci che ancora oggi rapiscono per libertà di invenzione e di composizione. La sua spericolata sperimentazione nel territorio della fantasia innerva tutta la produzione degli anni Quaranta, dalla Prima Parte di Architetture e Prospettive alla serie dei Grotteschi, fino a culminare nella prima edizione delle Carceri.
Creatività spensierata degli artisti dell’Accademia di Francia
Ma la Roma degli artisti dell’Accademia di Francia non era certamente solo studio, esercizio, rigore, anzi, era una città capace di offrire spettacolari occasioni di incontro e di festa, dove dar sfogo alla creatività più spensierata, liberata dagli obblighi formativi o dai vincoli delle commissioni ufficiali. Le mascherate organizzate in occasione del carnevale erano proprio questo: un’ottima opportunità per togliere il freno alla fantasia.
Nella Mascarades delle Quattro parti del mondo Jean Barbault raffigura il progetto per la parata di carnevale del 1751: ad aprire la cavalcata è il carro dell’America, decorato di zucche e fiori tropicali, con un coccodrillo ai piedi di una palma su cui è appollaiato un pappagallo. Per l’Africa, una leonessa è in agguato tra fasci di grano e frutta esotica, mentre l’Asia è rappresentata da un trofeo di vasi e bracieri fumanti. Infine l’Europa, con i simboli della Chiesa e del potere temporale, accompagnati da un mappamondo e dal Torso del Belvedere, a significare un primato culturale sostenuto dall’Antico e dalla tradizione.