Le mostre di scultura di età barocca

Mostre dedicate esclusivamente alla scultura di età barocca sono state proposte piuttosto tardi nel Novecento, penalizzate dallo scarso apprezzamento dei critici e del pubblico colto. Scrive Alessandro Angelini (Fortuna del Barocco in Italia. Le grandi mostre del Novecento, Sagep, 2019):

…una esposizione dedicata alla statutaria secentesca pareva destinata ad insicuro successo.

I grandi maestri della scultura moderna – in primis, Bernini e Algardi – tornano al centro di grandi esposizioni artistiche solo negli anni Ottanta-Novanta del Novecento; è in queste occasioni che trovano nuovo credito presso il pubblico delle mostre d’arte.

Roma, Firenze, Bologna, Napoli, Torino

Gian Lorenzo Bernini. Regista del Barocco, Catalogo mostra, Skira, Milano 1999In Vaticano e a Roma, si tengono le mostre Bernini in Vaticano (1981), Gian Lorenzo Bernini. Regista del Barocco (1999), Algardi. L’altra faccia del Barocco (1999). Nel 1998 la Galleria Borghese dedica una mostra monografica all’attività berniniana; tema ripreso nella stessa sede, nell’esposizione del 2017-18. Mentre, sul finire del Novecento, alcune grandi esposizioni dedicate a temi più vasti hanno riservato spazio alla scultura di età barocca, come la mostra Diana trionfatrice. Arte di corte nel Piemonte del Seicento (Torino, 1989), quella sui Medici e il seicento fiorentino (1972) o quella sulla civiltà del Seicento a Napoli (1984-85).

La riscoperta del Seicento: i libri fondativi

Agli studi novecenteschi sulla scultura di età barocca, sono dedicati i due contributi di Lucia Simonato e di Yuri Primarosa raccolti durante il seminario La riscoperta del Seicento: i libri fondativi e riproposti nell’omonimo volume (Sagep, 2017) a cura di Andrea Bacchi e Liliana Barroero (2017). In particolare, Lucia Simonato, si sofferma sul testo di Jennifer Montagu, Roman Baroque Sculpture: the Industry of Art, 1989. Mentre Yuri Primarosa, porta un contributo su Bernini and the Unity of the Visual Arts, di Irving Lavin, pubblicato nel 1980.

LA riscoperta del seicento