Sabato 30 maggio 2020, ha aperto al pubblico la mostra “Sfida al Barocco. Roma Torino Parigi 1680 – 1750” presso la Reggia di Venaria. Per visitarla è necessario prenotare e acquistare in anticipo il biglietto. Tutte le informazioni su accessi e le istruzioni per una visita sicura sul sito web www.lavenaria.it.
La mostra Sfida al Barocco. Roma, Torino, Parigi (1680-1750) che presentiamo nella monumentale Citroniera juvarriana della Reggia di Venaria Reale è un progetto espositivo che ha solide radici nei progetti di ricerca storico-artistica sviluppati negli ultimi anni dalla Fondazione 1563, a loro volta parte integrante del più ampio Programma di Alti Studi sull’Età e la Cultura del Barocco.
La scelta di quella stagione delle cultura europea, di problematica definizione nelle sue diverse articolazioni geografiche e cronologiche, nasce da almeno due ragioni di fondo. Da una parte, quali che siano i criteri definitori che si vogliano adottare, si tratta comunque dell’età nella quale prende forma per la prima volta in Piemonte, ossia nel territorio di riferimento tanto della Fondazione 1563 quanto della Compagnia di San Paolo, un insieme di produzioni culturali capace di confrontarsi con i momenti alti della cultura europea, e al tempo stesso capace di permeare di sé un novero così ampio di ambiti di vita e di spazi da permetterci di parlare di una civiltà, e non solo di un’arte, del barocco piemontese. Dall’altra parte, un progetto così aperto, problematico e complesso, corrisponde alle finalità della Fondazione che intende facilitare il dialogo tra discipline e territori diversi, promuovendo e svolgendo ricerche di eccellenza nel mondo internazionale degli studi umanistici.
[Piero Gastaldo, Presidente della Fondazione 1563 per l’Arte e la Cultura della Compagnia di San Paolo]
La mostra Sfida al Barocco. Roma, Torino, Parigi (1680-1750) che presentiamo nella monumentale Citroniera juvarriana della Reggia di Venaria Reale è un progetto espositivo che ha solide radici nei progetti di ricerca storico-artistica sviluppati negli ultimi anni dalla Fondazione 1563, a loro volta parte integrante del più ampio Programma di Alti Studi sull’Età e la Cultura del Barocco.
La scelta di quella stagione delle cultura europea, di problematica definizione nelle sue diverse articolazioni geografiche e cronologiche, nasce da almeno due ragioni di fondo. Da una parte, quali che siano i criteri definitori che si vogliano adottare, si tratta comunque dell’età nella quale prende forma per la prima volta in Piemonte, ossia nel territorio di riferimento tanto della Fondazione 1563 quanto della Compagnia di San Paolo, un insieme di produzioni culturali capace di confrontarsi con i momenti alti della cultura europea, e al tempo stesso capace di permeare di sé un novero così ampio di ambiti di vita e di spazi da permetterci di parlare di una civiltà, e non solo di un’arte, del barocco piemontese. Dall’altra parte, un progetto così aperto, problematico e complesso, corrisponde alle finalità della Fondazione che intende facilitare il dialogo tra discipline e territori diversi, promuovendo e svolgendo ricerche di eccellenza nel mondo internazionale degli studi umanistici.
Avviato nel 2013, il Programma sul Barocco promuove infatti studi sul patrimonio letterario, musicale, teatrale, artistico e architettonico, storico-politico e del pensiero dell’età barocca (per semplicità potremmo dire: del ‘600 e ‘700), attraverso i bandi per borse di alti studi, l’attivazione di seminari e convegni e l’organizzazione e la valorizzazione degli esiti dell’attività di ricerca, con l’edizione di collane editoriali specialistiche e la costituzione di strumenti per la ricerca come banche dati, fondi archivistici, fotografici e bibliotecari al servizio degli studiosi.
Sfida al Barocco raccoglie i risultati dello specifico Progetto Antico/Moderno. Roma, Torino, Parigi,1680-1750, impostato secondo due filoni di ricerca strettamente complementari e correlati, orientati sul doppio binario della riflessione critica sul Barocco piemontese – anche sulla storicizzazione della genesi del concetto stesso, attraverso la ricostruzione critica delle grandi mostre fondative – e della messa a fuoco di temi e strumenti della ricerca su Antico/Moderno.
Curato da Michela di Macco e Giuseppe Dardanello, il progetto ha inteso esplorare questo momento artistico e intellettuale come esperienza di ricerca della modernità, e quindi di dialogo problematico con l’antico, misurandosi direttamente sulle opere artistiche prodotte nei centri di Roma e di Parigi e osservandone l’irradiazione culturale per l’intera Europa tra fine Seicento e metà Settecento. Le dinamiche stesse del rapporto Antico/Moderno riconoscono nelle trasformazioni in atto nella Torino di quegli anni una chiave di lettura importante per l’orditura strategica della ricerca, funzionale a imbastire percorsi di ricerca e di confronto e a valutare sugli scenari di Roma e di Parigi le conseguenze delle iniziative sperimentali che presero forma a Torino, vera e propria new town del periodo, impegnata nella costruzione della sua identità di capitale anche sul piano artistico.
Con questo progetto la Fondazione 1563 ha voluto valorizzare un periodo storico artistico e architettonico che ha avuto a Torino una declinazione originale, e a cui la città e il suo territorio devono una rilevante componente della propria fisionomia, guardando anche al potenziamento dell’attrattività del turismo culturale e del circuito delle residenze reali di cui la Reggia di Venaria Reale è il centro.
Una grande mostra come quella che qui si presenta non si realizza senza il concorso di tante persone e di specifiche competenze: un grazie riconoscente ai Curatori della mostra, alla Compagnia di San Paolo, al Consorzio delle Residenze Reali Sabaude, ad Intesa Sanpaolo che ci accompagna in questa avventura e al piccolo, ma qualificato e combattivo staff della Fondazione 1563.
Il Presidente della Fondazione 1563
per l’Arte e la Cultura della Compagnia di San Paolo
PIERO GASTALDO