L’Accademia di Francia a Roma
Alla ricerca di un’identità moderna e di nuovi riferimenti, gli artisti francesi a Roma nella seconda metà del Seicento si misurano con le opere dell’antichità classica e con i maestri del Rinascimento. Sono i pensionnaires che il sovrano Luigi XIV invia in Italia, presso l’Accademia di Francia a Roma, per completare la loro formazione nel cuore della cultura classica. Dal 1666, anno di fondazione dell’Académie de France, giungono a Roma giovani pittori, scultori, architetti, vincitori del Prix de Rome, con il compito di realizzare copie delle grandi opere d’arte destinate alla corte e ai palazzi nobiliari francesi.
Al ruolo chiave della riproduzione nell’Académie de France, a partire dalla sua fondazione e fino alla fine del XVII secolo è dedicata la pubblicazione digitale Il valore della copia nell’Accademia di Francia (1666-1699). Funzioni, modelli, destinazioni e pratiche di Valeria Di Giuseppe Di Paolo (Fondazione 1563, Torino 2016).
[…] il carattere specifico dell’Accademia di Francia, perlomeno rispetto alla consorella parigina su cui poteva vantare il privilegio di avere sotto mano gli illustri capolavori, consisteva nel dover rispondere al Ministero di una produzione (gratuita) di pezzi ornamentali per l’allestimento delle dimore francesi di Luigi XIV: le copie e le rare opere di ingegno sono al contempo lo strumento e l’espressione di questa volontà centralistica. L’Accademia di Francia può essere definita una fabbrica di oggetti d’arte al servizio del Re per almeno i primi due decenni, una sorta di base di approvvigionamento di materiale decorativo. [V. Di Giuseppe Di Paolo, 2016]
I pensionnaires dell’Accademia di Francia in mostra a Torino
Nella “Sfida al Barocco” lanciata dalla mostra in programma da marzo a giugno 2020 presso la Venaria Reale non mancheranno opere di alcuni artisti francesi che furono pensionnaires dell’Accademia di Francia a Roma. Così, si potranno apprezzare opere di Subleyras, come la Allégorie des Cinq Sens ou Fantaisie d’Artiste (1740-1750), proveniente dal Musée des Augustins di Toulouse, oppure il Ritratto di Francesco Ladatte opera di Vanloo (circa 1744), oggi presso la Galleria Sabauda di Torino. Saranno esposti in mostra le sculture opera di Michel-Ange Slodtz dedicata al mito di Diana ed Endimione (terracotta, 1738; Museo de Historia de Madrid) e di Bouchardon, Madame Vleughels (marmo, 1732, Louvre).