Leandro Agostini: Sfida al Barocco

Intervista a Leandro Agostini

Abbiamo chiesto all’artista torinese Leandro Agostini di raccontarci com’è nata l’idea della grafica di comunicazione della mostra “Sfida al Barocco. Roma Torino Parigi 1680 – 1750”, del prossimo marzo alla Reggia di Venaria.

Con l’incarico per la realizzazione della grafica di comunicazione della mostra ho richiesto come primo step dei riferimenti sui quali poter lavorare. Mi è stata fornita dal comitato scientifico una cartella digitale contenente le immagini più significative delle opere in mostra con i relativi testi curatoriali.

I soggetti che avevano sufficienti margini di elaborazione erano le pitture ad olio di Pierre Subleyras e una in particolare, raffigurante Diana e Endimione, restituiva, dal mio punto di vista, il senso della mostra. Un’opera con una geometria interna molto importante e strutturata ma con una complessità di dettagli, tipici di quel periodo, che non collimavano con gli ingombri per le parti di testo e altre informazioni. In relazione alla loro leggibilità titolo, sottotitolo, date, luogo dell’evento occupano aree significative. Occorre tenerne conto.

Il blocco dei loghi, che ha una parte non indifferente per gli equilibri compositivi, era già stato codificato dai responsabili della comunicazione della Reggia attraverso una banda rettangolare posta al piede del layout. Un primo segno era così collocato.

Quando possibile vengono ingrandite parti dell’immagine alla ricerca degli aspetti significativi e negli spazi con minor dettagli vengono collocate le parti delle informazioni.

Con questi tagli visivi ho proposto alcuni bozzetti con diverse composizioni grafiche.

Ma un particolare del dipinto aveva catturato da subito il mio interesse: i drappi e i mantelli dei personaggi.

E se togliessi tutta la pittura lasciando solo questi colpi di colore su fondo bruno? Oltretutto erano realizzati con i tre colori primari: giallo, rosso e blu, oltre al bianco…

Pur privati dei soggetti principali continuavano a restituire la forza e il senso generale dello spirito del quadro. L’inserire le parti di testo è diventato così semplice controllo degli ingombri.

La sfida al Barocco era stata lanciata.

Leandro Agostini (Torino, 1960), membro dell’ADI-Associazione per il Disegno Industriale, combina l’attività artistica con la progettazione di sistemi di comunicazione e identità visiva. Ha collaborato con Fondazione Torino Musei, Castello di Rivoli, Alighiero Boetti, Mario Gabinio, Giuseppe Penone, MITO SettembreMusica, Casa Teatro Ragazzi e Giovani, Teatro Stabile di Torino, per la grafica di festival, teatri, cataloghi e mostre d’arte; ha firmato copertine di libri, cover e inlay musicali e spot pubblicitari. Per il World Design Capital 2008 di Torino ha ideato Storie di matite e, con Gian Luca Favetto, il progetto Il Teatro del mondo.

www.agostinileandro.it