Cronistoria di un grande progetto: il programma di restauro

Al Centro di Conservazione e Restauro di Venaria Reale è appena arrivato da Roma dentro la sua cassa per essere restaurato il grande bassorilievo in gesso di Bernardino Cametti, opera mai vista a Torino e quasi sconosciuta. L’opera sarà restaurata con il finanziamento del progetto Restituzioni di Intesa San Paolo dal team di restauratori del centro che lo hanno preso in cura.

L’OPERA

Bernardino Cametti, Il Beato Amedeo che intercede presso la Madonna con il Bambino per la vittoria nella Battaglia di Torino, bassorilievo in gesso (modello per la grande pala d’altare in marmo della chiesa reale di Superga a Torino), cm 205x127x30 circa, 1729

Particolari e collocazione

Il bassorilievo, modellato in gesso da Bernardino Cametti e conservato nel Pontificio Collegio Irlandese, è un documento artistico di rilevante importanza per molteplici ragioni. Si tratta infatti del modello preparatorio per la pala d’altare marmorea scolpita dallo stesso scultore per l’altare maggiore della chiesa reale di Superga. Il soggetto ricorda l’episodio all’origine della costruzione stessa della chiesa votiva di Superga, progettata dall’architetto Filippo Juvarra e voluta dal nuovo sovrano sabaudo Vittorio Amedeo II in adempimento del voto pronunciato in occasione dell’Assedio di Torino da parte delle truppe francesi nel 1706.

Nel rilievo è raffigurato il Beato Amedeo di Savoia mentre intercede presso la Madonna con il Bambino in favore della vittoria nella battaglia di Torino, rappresentata in basso dallo scontro di armati sullo sfondo dello skyline della Capitale sabauda. La commissione dell’opera a Cametti nel 1729 è documentata nella corrispondenza degli ambasciatori sabaudi alla Corte pontificia, quando viene anche ricordato l’obbligo dello scultore di realizzare un modello grande da sottoporre a Roma al giudizio di rinomati competenti di scultura prima di passare alla sua esecuzione in marmo.

Il bassorilievo di Cametti in mostra a Torino nel 2020

Numerose sono le motivazioni che hanno portato a selezionare questo capolavoro praticamente sconosciuto al pubblico, una delle rare opere trasportabili che possa testimoniare in una mostra le qualità degli artisti che meglio interpretano il gusto della scultura a Roma nella prima parte del XVIII secolo.

L’opera di Cametti rappresenta infatti di un momento di significativo aggiornamento nella storia della pala d’altare marmorea, quando nella prima parte del Settecento scultori romani e scultori francesi esplorano le potenzialità narrative del bassorilievo in un dialogo in stretta competizione con la pittura. Un dialogo che si intende presentare nella mostra “Sfida al Barocco. Roma Torino Parigi 1680 – 1750” dove il rilievo di Cametti potrà trovare confronto: da una parte con i modelli scultorei dei bassorilievi degli scultori francesi Jean-Baptiste Théodon (Giuseppe distribuisce il grano agli Egiziani, Roma, Palazzo Venezia) e Pierre-Ètienne Monnot (Il Riposo durante la Fuga in Egitto, Roma, Accademia di Belle Arti); e con la terracotta dono accademico di Pierre Legros all’Accademia di San Luca, Le Arti rendono omaggio a Clemente XII; dall’altra, accanto alle pale d’altare commissionate per le chiese torinesi dai capiscuola della pittura contemporanea romana, napoletana e veneziana (Trevisani, Conca, Solimena, Giaquinto, Sebastiano Ricci), a illustrare la ricerca condivisa di pittori e scultori per le qualità narrative della comunicazione dei soggetti religiosi e devozionali.