Sezione 10: Ricerche sul vero e sul naturale (1710-1740)

Le intense esperienze degli anni Venti si sviluppano nel decennio successivo arrivando a concentrarsi su nuove sperimentazioni sul vero e sul naturale, parole chiave che emergono con evidenza anche negli scritti coevi. È questo il tema della decima tappa del percorso espositivo di Sfida al Barocco. Lo studio della figura umana – da sempre cardine della formazione artistica e protagonista nelle accademie – acquisisce una intensità nuova.

Il Nudo femminile di schiena di Subleyras è un’opera cruciale della mostra, per lo studio che si fa natura attraverso una pittura di tocco, potente e calibrata, a inseguire il calore della pelle viva. Dietro alla donna ritratta di spalle con sconcertante naturalezza agisce ancora un modello antico celeberrimo, l’Ermafrodito Borghese, che aveva incantato già Bernini per la sua capacità di evocazione di un corpo vibrante di vita.

I ritratti di Luti e Bouchardon

La progressiva ricerca di un naturale più vero caratterizza il genere del ritratto, già banco di prova cruciale dell’arte seicentesca, come dimostra, proprio all’inizio del Settecento, la prova di Benedetto Luti (Benedetto Luti, Mezzo busto di giovane donna di spalle reggente un quadro o uno specchio), che rifugge le seduzioni barocche per offrire un’interpretazione più intima nella sua studiatissima semplicità.

Così pure il ritratto scolpito si volge ad un più forte naturalismo, depurato però dalla prepotente enfasi barocca, come attesta il Busto Madame Vleughels di Bouchardon dove il modello della Costanza Bonarelli di Bernini viene per così dire alleggerito per creare un ritratto raffinato ed elegante, pur nella sua verità naturale. La leggera torsione della testa della donna crea un sottile effetto di movimento delle spalle, che nasconde abilmente il doppio, mento mentre la delicatezza con cui sono resi i ricci capelli corti, le arcate perfette delle sopracciglia e la bocca, con le labbra animate da un sorriso appena accennato, distolgono l’attenzione dal naso prominente.

Nature morte e scene di vita quotidiana

Anche i soggetti si fanno più naturali, si pensi alle nature morte di Chardin, che dipinge direttamente sulla tela escludendo la mediazione del modello e del disegno (Chardin, Un coniglio, due tordi morti e qualche filo di paglia su un tavolo di pietra), o alle scene dimesse e quotidiane che vedono protagonisti le donne e i bambini, il lavoro umile e quotidiano degli adulti, il gioco dei ragazzini, in mostra a esemplificare questo filone la Maestra di scuola di J.-B. Marie Pierre e l’opera San Giovanni Nepomuceno confessa la regina di Boemia di Crespi.

Ricerche sul vero e sul naturale (1710-1740): ANTEPRIMA OPERE IN BREVE
Pierre Subleyras, Nudo femminile di schiena, 1732 circa, olio su tela, Roma, Gallerie Nazionali Barberini Corsini, Palazzo Barberini
Benedetto Luti, Mezzo busto di giovane donna di spalle reggente un quadro o uno specchio, 1704 circa, pastelli policromi su carta, Roma, Gallerie Nazionali Barberini Corsini, Galleria Corsini
Edme Bouchardon, Busto di Madame Vleughels, 1732, marmo, Parigi, Musée du Louvre, Département des Sculptures
Jean-Siméon Chardin, Un coniglio, due tordi morti e qualche filo di paglia su un tavolo di pietra, 1750 circa (?), olio su tela, Parigi, Musée de la Chasse et de la Nature
Jean-Baptiste Marie Pierre, Maestra di scuola, 1741, olio su tela, Auxerre, Musée d’Art et d’Histoire
Giuseppe Maria Crespi, San Giovanni Nepomuceno confessa la regina di Boemia, 1743, olio su tela, Torino, Musei Reali – Galleria Sabauda