Leandro Agostini: Sfida al Barocco

Spunti per una visita digitale della mostra

In conseguenza delle disposizioni governative sulle chiusure dei musei, la data di apertura della mostra ‘Sfida al Barocco’ al pubblico – già programmata per il 13 marzo scorso – è rimandata ed è in fase di definizione. In attesa di poter incontrare personalmente i visitatori negli spazi della Citroniera della Reggia di Venaria Reale, la Fondazione 1563 per l’Arte e la Cultura della Compagnia di San Paolo, che ha progettato la mostra, presenta al pubblico il percorso di visita della grande esposizione sul Barocco. Le opere in anteprima, i restauri, gli artisti e i temi presentati in questo spazio digitale nei mesi scorsi sono così illustrati nel quadro della collocazione scelta per la mostra.

Una sfida in nome della modernità

La ‘Sfida al barocco’ è quella lanciata dagli artisti in nome della modernità in una stagione, tra 1680 e 1750, che vide nascere nuovi modi di vita e di rappresentazione, quando lo sguardo sulla natura si misurava in un rinnovato confronto con l’Antico e con i grandi maestri del Cinquecento e del Seicento. La mostra ne illustra gli esiti nel rapporto diretto tra Roma e Parigi, i due poli di riferimento culturale per l’intera Europa, con cui Torino in quegli anni intesse un intenso scambio di opere e di idee.

Il percorso di visita si snoda ininterrottamente lungo quindici sezioni. Per scelta non sono state costruite sale dal contenuto circoscritto, si è voluto piuttosto far fluire liberamente il racconto dispiegandolo tra pareti, setti e vetrine in un allestimento che non costringe lo sguardo, ma lo accompagna e lo guida. Le sezioni, in stretto e continuo rapporto, lasciano dialogare e confrontarsi tra di loro le arti, i luoghi e le reazioni che i modelli del passato, remoto e prossimo, suscitarono negli artisti.

Il percorso espositivo: le quindici sezioni

Per dare ritmo ad un percorso affascinate, ma intenso sono stati individuati nuclei tematici trasversali a tutte e tre le capitali e raggruppamenti cronologici in cui ogni città si svela in una sezione dedicata e contraddistinta negli apparati didattici dal suo colore: come nell’immagine di mostra, Roma è indicata con caratteri gialli, Torino con caratteri blu e Parigi con caratteri rossi – riprendendo i colori dei panneggi che svolazzano liberi contro il nero dello sfondo – così le sezioni seguono lo stesso schema.

A far da ouverture e a dare il benvenuto ai visitatori una piccola e preziosa sezione dedicata alle Allegorie delle arti, che forniscono immediatamente le chiavi di lettura per avvicinarsi al denso contenuto della mostra.

Intagliatore piemontese, Sofà con schienale intagliato, 1730-1735 circa, Torino, Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica

I nuclei tematici, snodati lungo tutto il percorso, da inizio a fine, ci raccontano:

  • Disegnare dai grandi maestri
  • Disegnare l’ornato. Roma – Parigi – Torino
  • Ricerche sul vero e sul naturale
  • Pensieri e capricci: il “fuoco dell’invenzione”
  • Roma-Torino-Parigi 1750. Classicismi moderni

Un primo raggruppamento di luoghi e tempi, compresi tra il 1680 e il 1720, è dedicato a:

  • Parigi 1680 – 1720. Il primato della Istoria
  • Roma 1680 – 1720. Il teatro degli stili
  • Torino circa 1680. Alla ricerca di una identità moderna

Ci sposta poi di pochi anni, 1700 – 1730, per godersi:

  • Parigi 1700-1730. Alle radici del colore e del pittoresco. Venezia e i maestri del nord
  • Roma 1700-1740. Dialoghi in Arcadia
  • Torino 1715-1740. Per una galleria dei maestri delle Scuole d’Italia

E, infine, si conclude con i decenni tra il 1730 e il 1750:

  • 1730-1750. Da Torino a Roma e Parigi
  • 1730-1750. Roma antico e Moderna. Modelli e nuove generazioni
  • 1730-1750. Antico e Moderno per i francesi a Roma e a Parigi.
Gaspar van Wittel, Veduta del Campidoglio e dell’Aracoeli, 1682 circa, Roma, Biblioteca Nazionale Centrale
LE OPERE
In alto, Intagliatore piemontese, Sofà con schienale intagliato, 1730-1735 circa, Torino, Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica
In basso, Gaspar van Wittel, Veduta del Campidoglio e dell’Aracoeli, 1682 circa, Roma, Biblioteca Nazionale Centrale