Sezione 3: Roma 1680-1720. Il teatro degli stili
Da Parigi a Roma: lasciati gli artisti francesi al confronto con la storia sacra e profana, il percorso espositivo della Sfida al Barocco fa tappa in Italia. Roma dal 1680 si presenta come un teatro degli stili: è il palcoscenico su cui gli artisti-attori si muovono e agiscono per trovare nuove vie di espressione, confrontandosi con l’eredità del Barocco e del Classicismo seicentesco. Non c’è filone artistico, pittore o scultore che sia protagonista assoluto, ma tanti ruoli diversi, più o meno principali, più o meno affermati.
Sperimentazioni nella pittura
Maratti è sicuramente attore di primo piano, è l’indiscusso capofila del classicismo, come la pala in mostra dichiara: la Madonna con il Bambino tra i santi Carlo Borromeo e Ignazio di Loyola è un capolavoro di intenso studio da Raffaello, da Reni per la grazia espressiva e da Domenichino per la composizione. Lontana dal classicismo è invece la pala di Luca Giordano con La Destinazione della Vergine (Sant’Anna), che, con la sua luminosità esplosiva, porta in scena la parlata napoletana. Baciccio traduce in pittura il dinamismo dell’architettura del Bernini (Trionfo del Nome di Gesù) e Luti coinvolge lo spettatore rappresentando sentimenti più autentici (San Carlo Borromeo amministra l’estrema unzione agli appestati).
Scultori: una varietà di stili
La sezione della mostra allestita alla Reggia di Venaria ospita anche una meravigliosa sequenza di prove in scultura che mettono a confronto generazioni e declinazioni stilistiche diverse. Ad evidenziare gli apporti moderni Legros che, con la qualità pittorica del modellato, orienta la scultura verso un racconto di condivisa partecipazione umana (Il beato Stanislao Kostka sul letto di morte) mentre Rusconi con il suo San Matteo con energia e vitalità traduce in scultura i disegni forniti da Maratti per le statue degli Apostoli in San Giovanni in Laterano. Proprio questo cantiere, che vede attivi nello stesso momento e luogo scultori francesi e italiani, è il caso esemplare, il palcoscenico perfetto per mostrare come a Roma la varietà degli stili convivesse in armonia.